Assegnate le Spighe Verdi 2021 ai comuni rurali virtuosi

Sono 59 i comuni italiani virtuosi nella gestione del territorio e attenti alla qualità della vita della loro comunità che quest’anno potranno fregiarsi del riconoscimento Spighe Verdi, giunto alla sesta edizione, rispetto ai 46 dello scorso anno: 18 sono i nuovi ingressi e 5 i comuni non confermati.
Spighe Verdi si basa sull’esperienza trentennale di FEE-Foundation for Environmental Education, presente in 77 Paesi, nella gestione del programma internazionale Bandiera Blu, un eco-label volontario assegnato alle località turistiche balneari.
Per portare i comuni rurali alla graduale adozione dello schema Spighe Verdi, FEE Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità.

«Come dimostra l’esperienza delle Bandiere Blu, la qualità premia sempre. Quindi, ben vengano le Spighe Verdi – ha dichiarato il ministro del turismo, Massimo Garavaglia -. Un marchio che potrà premiare quelle aree del territorio, magari meno conosciute e lontane dai flussi turistici, che potranno attrarre visitatori e diversificare così la creazione di ricchezza della zona. Tra l’altro, scelte del genere vanno nella direzione di valorizzare aree oggi meno note del Paese e inserirsi a pieno titolo nell’azione del governo di allentare la pressione sui grandi poli di attrazione turistica. E rilanciare quel turismo lento, focalizzato sull’enogastronomia, oggi molto ricercato dai visitatori e punto di forza della nostra offerta turistica».

«Il costante aumento del numero dei comuni ‘Spighe Verdi’ – ha sottolineato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – dimostra che cresce di anno in anno la sensibilità verso la sostenibilità, l’economia circolare, la valorizzazione dei prodotti tipici, l’accoglienza, ovvero i temi che caratterizzano il programma di FEE, al quale Confagricoltura collabora con convinzione dalla prima edizione. Non a caso abbiamo scommesso da tempo e crediamo profondamente nella necessità di un rilancio delle aree interne del Paese e dei centri che hanno nell’agricoltura il loro punto di forza. La pandemia ha accentuato questa convinzione e fornito ulteriori elementi per stimolare le amministrazioni pubbliche a investire in questa direzione. Il nostro settore – ha concluso Giansanti – svolge un ruolo di primaria importanza, a fianco dei comuni, non solo nella tutela e nella valorizzazione dei territori, ma sempre più nella transizione ecologica che coinvolge anche le città rurali, con le loro imprese e comunità».