Primi chiarimenti sul problema rifiuti di agriturismi & C.

Ne L’Informatore Agrario n. 11/2021, a pag. 11, abbiamo dato notizia dell’entrata in vigore, dal 1° gennaio scorso, del decreto legislativo n. 116 del 3 settembre 2020, che modifica il Testo unico ambientale (decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, «Norme in materia ambientale»). Per effetto di tale decreto, i rifiuti generati dalle attività agricole connesse (agriturismo, degustazioni, trasformazione e vendita diretta dei prodotti propri, ecc.), in precedenza considerati dai Comuni, per assimilazione, come «urbani», sono ora classificati «speciali» e quindi devono essere smaltiti separatamente (come gli altri rifiuti provenienti dalle attività di produzione agricola) rispetto al normale servizio pubblico comunale di smaltimento dei rifiuti solidi urbani generati dalle abitazioni (ovvero quelli che si buttano nei cassonetti).

Questo smaltimento «separato» comporta, per le aziende agricole, l’obbligo al conferimento dei rifiuti provenienti dalle attività connesse a un soggetto specializzato di gestione rifiuti «speciali», privato, o nell’ambito di un circuito organizzato di raccolta, oppure al gestore del servizio pubblico tramite una specifica convenzione. Il problema, per gli agricoltori, non è di poco conto:

  • stabilire, in tempi brevi, contratti specifici con i gestori, pubblici o privati, dei rifiuti «speciali», per genere di rifiuto conferito (carta, vetri, plastiche, generici, ecc.);
  • sopportare nuovi costi per l’attivazione di tali contratti, salvo proporzionale riduzione della Tari (Tassa per il servizio pubblico di smaltimento dei rifiuti solidi urbani) in seguito alla riduzione del conferimento dei rifiuti «urbani», ora classificati «speciali».

Le organizzazioni di categoria degli agricoltori sono insorte, chiedendo di:

  • stabilire un periodo transitorio che consenta agli operatori agricoli interessati di organizzarsi;
  • rivedere la nuova definizione di rifiuto speciale, per non appesantire ulteriormente le aziende agricole.

Il Ministero della transizione ecologica interviene

Con una circolare del 12 aprile scorso, sono stati forniti chiarimenti sulla vicenda da parte del Ministero della transizione ecologica (Mite). La pronuncia ministeriale:

  • esclude che si possa rivedere la definizione di «speciali» per i rifiuti provenienti dalle attività agricole connesse, in quanto subordinata alle direttive dell’Unione europea;
  • spiega che, in forza di tali direttive, non è più consentito ai Comuni di classificare come «rifiuti assimilati» a quelli «urbani», i rifiuti prodotti dalle attività agricole connesse;
  • stabilisce che le utenze di smaltimento rifiuti non domestiche comunichino, entro il 31 maggio di ciascun anno, il gestore incaricato dello smaltimento;
  • prevede inoltre che, nelle more dell’aggiornamento del rapporto contrattuale, il servizio pubblico debba essere mantenuto, fermo restando che i Comuni sono tenuti ad assicurare alle utenze non domestiche anche lo smaltimento dei rifiuti speciali mediante contratti specifici.

Insomma… un colpo al cerchio e uno alla botte. La circolare ministeriale è stata accolta peraltro con soddisfazione dalle organizzazioni agricole. «Si tratta di un provvedimento utile – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia – in quanto la circolare riprende quanto suggerito da Confagricoltura nelle interlocuzioni con i ministeri interessati, per risolvere le diverse criticità emerse in fase di applicazione della nuova norma. La circolare del Mite è un primo passo importante diretto a rendere meno problematica l’attuazione delle novità introdotte dal decreto legislativo 116/2020». Ma la circolare del Mite, per quanto «attuativa», è piena di dotte dissertazioni giuridiche e piuttosto scarsa quanto a indicazioni concrete e stringenti, per gli agricoltori, ma anche per i Comuni, che volessero ben capire cosa poter fare.

Presumibilmente la questione, nonostante le indubbie «aperture» della circolare ministeriale, meriterà ulteriori specificazioni, tanto più considerando che l’Italia, in ambito UE, è il Paese dove le attività agricole connesse sono più diffuse e generano maggior giro d’affari e… maggior quantità e varietà di rifiuti.

 

Articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 15/2021
Primi chiarimenti sul problema rifiuti di agriturismi & C.
di G. Lo Surdo