Il Senato ha approvato quasi all’unanimità il disegno di legge sull’agricoltura biologica, con 195 voti a favore, uno contrario e un astenuto.
Il testo torna alla Camera per la terza lettura, avendo Palazzo Madama introdotto modifiche a quello licenziato da Montecitorio in prima lettura.
Dario Stefàno, presidente della Commissione politiche europee a Palazzo Madama, ha dichiarato che «L’impianto di questo ddl è concreto: non si attribuisce all’agricoltura biologica lo status di agricoltura “privilegiata”, ma complementare a quella che è declinata come agricoltura integrata. La norma, piuttosto, entra pienamente nel solco della indicazione europea, che vede nell’agricoltura biologica uno dei pilastri della nuova Pac».
«In sostanza, con la norma in discussione – ha proseguito Stefàno – si contribuisce a migliorare un metodo di coltivazione, quello biologico, con dei mezzi che mirano a mettere in piedi un’offerta diversa. E lo si vuole fare attraverso la realizzazione di un marchio italiano di produzione biologica; la costituzione di distretti, di organizzazioni di produttori; la formazione continua che guarda a veri e propri corsi di laurea.
«Sarebbe un errore assistere, o peggio ancora, partecipare alla disputa “Biologico contro Integrato”. Anzi, nel rispetto anche del rischio d’impresa che resta in capo all’imprenditore, si consente libertà di scelta al produttore che autonomamente decide cosa e come produrre, ma anche al consumatore di scegliere», ha concluso Stefàno.