Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Caa dei liberi professionisti che ha contestato la convenzione di Agea per la gestione del fascicolo aziendale e degli interventi di assistenza a favore delle imprese agricole italiane.
La vicenda si trascina da oltre un anno e precisamente da quando è stata diffusa la prima bozza di convenzione per l’anno 2020, seguita successivamente dalla delibera n. 25 del 6 novembre che ha approvato definitivamente il testo contenente le regole che sovraintendono al rapporto tra l’Organismo di coordinamento Agea e i Caa coordinatori per le annate 2020 e 2021.
Il motivo della discordia risiede essenzialmente nella clausola che obbliga i Caa ad assumere gli operatori addetti alla erogazione dei servizi a favore del sistema agricolo. La sentenza del Tar del Lazio considera illegittimo tale requisito e annulla la decisione presa da Agea.
Di conseguenza, alla luce della sentenza di oggi, i liberi professionisti potranno operare all’interno dei Caa e mettere a disposizione le loro competenze professionali a favore delle imprese agricole, mantenendo il loro status di lavoratori autonomi.
L’esito del contenzioso non sarà senza conseguenze, perché negli scorsi mesi la polemica ha raggiunto livelli assai elevati, con un duro scontro che ha coinvolto direttamente il direttore di Agea, Papa Pagliardini.
Soddisfazione per l’esito della vicenda è stata espressa dal presidente del Collegio nazionale dei periti agrari e periti agrari laureati Mario Braga, che è stato tra i primi e più convinti oppositori della convenzione Agea.
La sentenza è stata pubblicata in data odierna ed è protocollata con il numero 11034/2020. In particolare, si annulla quanto previsto all’art.4, commi 3 e 4 della convenzione, laddove si stabilisce il principio che gli operatori titolari abilitati ad accedere ed operare nei sistemi operativi dell’organismo pagatore devono essere lavoratori dipendenti del Caa.
Filippo De Grazia