Percorrere la via del sistema foraggero dinamico, ovvero organizzare la superficie aziendale in una successione-avvicendamento di colture utilizzate per produrre foraggi, è una scelta dettata da una serie di considerazioni quanto mai attuali e imprescindibili per operare in maniera consapevole in un mercato sempre più concorrenziale, nel quale il prezzo finale del latte è considerato, dalla maggior parte degli operatori della filiera primaria, poco remunerativo.
La prima considerazione è di carattere zootecnico: le vacche da latte producono sempre di più e i loro fabbisogni nutrizionali sono sempre più elevati e precisi.
La seconda è di carattere agronomico: un sistema foraggero semplificato basato quasi esclusivamente su colture in monosuccessione mostra evidenti limiti produttivi e di sostenibilità agronomica ed economica, a seguito della progressiva riduzione delle potenzialità produttive che vengono inseguite con un continuo aumento degli input esterni.
Una terza considerazione è di carattere economico: i prezzi della farina di estrazione di soia (principale componente proteica delle razioni delle vacche da latte) e delle altre commodities sono sempre più volatili e difficili da prevedere anche nel breve periodo.
E infine l’ultima, ma non meno importante, è di carattere ambientale: la zootecnia da latte deve e può diventare più sostenibile ed essere promotrice di processi produttivi attenti all’ambiente, in grado di fornire, accanto ad alimenti a elevato valore biologico, servizi ecosistemici fondamentali e indispensabili per la società.
Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte n. 1/2021
Un sistema foraggero dinamico è frutto di precise scelte gestionali
di E. Tabacco, F. Ferrero, S. Pasinato, G. Borreani, L. Comino, A. Revello Chion, L. Bertola, D. Giaccone
L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale