Il simbolo del gallo non può essere usato per identificare altri vini se non il Chianti. Lo ha deciso il Tribunale dell’Ue, che ha confermato la decisione con cui l’Ufficio Ue per la proprietà intellettuale (Euipo) aveva respinto la richiesta di registrazione di un marchio simile.
«Tenuto conto dell’immagine di eccellenza e di prestigio associata al marchio anteriore del vino Chianti – spiega in una nota il Tribunale – l’uso del marchio richiesto poteva generare un indebito vantaggio a favore della società richiedente».
Soddisfazione è stata espressa dal sottosegretario all’agricoltura Gian Marco Centinaio per questa decisione che «riconosce e tutela le nostre eccellenze e sventa un pericoloso tentativo di appropriarsi dei nostri marchi storici».
«Un precedente importante – sottolinea il sottosegretario – per la tutela anche futura dei nostri prodotti all’interno dei confini europei. Siamo e saremo sempre in prima linea nel contrastare fenomeni come l’italian sounding e il parassitismo commerciale, che arreca al nostro agroalimentare un danno di miliardi di euro ogni anno. Fenomeno ancora più grave adesso che anche il settore vitivinicolo è stato fortemente penalizzato dagli effetti della pandemia» conclude Centinaio.