Ripresa vegetativa del frumento: il ruolo fondamentale della concimazione

La remuneratività dei cereali dipende, oltre che dall’andamento dei mercati, anche e soprattutto dalla produttività della coltura e dall’applicazione efficiente dei fattori produttivi.
Su questo fronte gli agricoltori possono intervenire attivamente, con l’obiettivo di massimizzare le rese attraverso l’adozione dei percorsi agronomici più idonei nei diversi ambienti colturali.

Prendendo come riferimento i livelli produttivi dei cereali vernini coltivati in Centro Europa, la nostra cerealicoltura, anche della Pianura Padana, si caratterizza per minori densità di spighe e un più breve periodo di maturazione. Su entrambi questi fattori le principali differenze sono legate alle condizioni ambientali, ma le strategie agronomiche rivestono un ruolo comunque importante.

Azoto in ripresa vegetativa per l’accestimento

Un miglioramento dello stay green della coltura, con un conseguente incremento del peso delle cariossidi, può essere perseguito con un’opportuna nutrizione.
In funzione delle condizioni pedo-climatiche e organizzative dell’azienda, alcuni interventi agronomici possono essere applicati per correggere le situazioni più critiche (tabella 2).

L’attenzione a limitare il compattamento del terreno e l’applicazione delle agrotecniche che migliorano la struttura del suolo, quali le lavorazioni e gli apporti di sostanza organica con i residui colturali e gli interventi di fertilizzazione, possono mitigare le problematiche derivanti dalla natura dei suoli in interazione con gli andamenti metereologici. In condizioni limitanti, connesse alla fertilità del terreno o derivanti da semine tardive o con basse dosi di seme, alcuni interventi per favorire l’emergenza e l’accestimento tempestivo della coltura sono la distribuzione di concimi azoto-fosfatici alla semina o anticipata all’autunno-inverno allo stadio di 1-2 foglie.

L’epoca di semina, le lavorazione del terreno e la concimazione azotata alla ripresa vegetativa hanno un forte effetto sulla capacità di accestimento colturale

La concimazione azotata alla ripresa vegetativa della coltura risulta essere la pratica più frequentemente applicata dagli agricoltori per modulare l’accestimento in funzione delle condizioni con cui si presenta la coltura all’uscita dell’inverno.
Oltre alle condizioni della coltura (investimento, stato nutrizionale e sintomi di stress), la dose di concime distribuito in questa fase può essere modulata sulla base della disponibilità di questo elemento nutritivo nel suolo, parametro fortemente influenzato da fattori non prevedibili come l’andamento meteorologico tra l’autunno e l’inverno.

Fondamentale la tempestività

In aggiunta alla quantità distribuita, rivestono un ruolo non secondario la tempestività dell’intervento e la tipologia di concime, che influenza la facilità e rapidità di assimilazione dell’azoto della coltura (Ye et al., 2011).

La concimazione azotata eseguita alla ripresa vegetativa a fine inverno svolge un chiaro effetto di stimolo dell’accestimento, permettendo un eventuale recupero della densità colturale in caso di condizioni poco favorevoli tra la semina e la fine dell’inverno.

Diverse sperimentazioni dell’Università di Torino evidenziano infatti come l’aumento della dose di azoto determina un chiaro aumento produttivo, che risulta in gran parte spiegato dall’effetto positivo e significativo della concimazione sulla quantità di spighe/m².

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 31/2016
Potenziare la densità colturale con i giusti percorsi agronomici
di M. Blandino, A. Reyneri, L. Minelli
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