Pinot e Prosecco serve programmazione

Antica Fiera di Godega Luca Zaia
Intervenendo al convegno di Godega il presidente del Veneto Luca Zaia ha annunciato che non ci saranno nuove autorizzazioni per impianti di Glera

Nel 2019 le superfici vitate del Veneto hanno raggiunto quota 97.000 ettari, segnando un incremento di 26.000 ettari negli ultimi 10 anni (+26%). Quasi il 50% del vigneto veneto ha meno di 10 anni, sintomo di una motivata volontà degli agricoltori a investire nella ristrutturazione degli impianti, incentivati dalle opportunità offerte dal mercato e dai sostegni alla riconversione messi in atto dalla Regione Veneto (nell’ultimo decennio gli aiuti complessivi al settore vitivinicolo hanno superato i 580 milioni di euro).

Le varietà a bacca bianca primeggiano con uno scarto percentuale consistente (74% sul totale degli impianti). Ciononostante, stiamo assistendo a un recupero del potenziale viticolo degli impianti a bacca nera, la cui diminuzione sta rallentando progressivamente.

In questo ambito, gli effetti riscontrabili a fronte dei blocchi delle superfici atte a rivendicare le denominazioni del sistema Prosecco − attualmente fissate a 24.450 ettari per la doc Prosecco, a 7.224 ettari per il Prosecco Superiore docg Conegliano Valdobbiadene e a 2.003 ettari per il Prosecco Superiore docg Asolo − hanno incrementato le produzioni di uva senza denominazione (pari a un totale di 5.759 ettari).

Pertanto, l’impianto della varietà Glera ha subìto un arresto dovuto al basso valore riconosciuto dal mercato, che talvolta non assicura la copertura dei costi di produzione.

Glera e Pinot Grigio

La varietà Glera non utilizzabile per la produzione di doc Prosecco continua a rappresentare un’autentica minaccia per l’intero comparto di produzione, in quanto il vino generico (spesse volte spumantizzato) concorre sullo stesso mercato della doc, contribuendo ad abbassarne il prezzo. Da qui la proposta del rispettivo Consorzio di tutela (al momento formulata in via informale) di intervenire sul disciplinare di produzione in modo da vietare la spumantizzazione degli eventuali superi di campagna (pari al 20% della resa ammessa).

Parallelamente, il Pinot Grigio delle Venezie rappresenta il 65% del totale del Pinot Grigio a denominazione (dato calcolato rispetto alle doc venete che possono indicare Pinot Grigio in etichetta). In questo caso, la crescente richiesta di prodotto sta facendo i conti con il mancato consolidamento del valore che risulta tuttavia vacillante, pur in presenza di un mercato saldo.

Stop al Prosecco

L’invito a procedere in maniera compatta, coesa e sistemica è stato lanciato lo scorso 17 febbraio durante il convegno inaugurale della Fiera di Godega di Sant’Urbano (Treviso), durante il quale sono intervenuti il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, l’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan e i presidenti dei Consorzi di tutela Stefano Zanette, Albino Armani, Innocente Nardi, Ugo Zamperoni e Giorgio Piazza.

Lo stesso presidente Zaia ha aperto i lavori con un «no» categorico ai nuovi impianti di Glera assicurando che «non firmerò mai nessun decreto per autorizzare nuove superfici alla produzione di Prosecco, casomai si potranno recuperare piantumazioni di Glera preesistenti».

Considerazioni che sono state condivise, dati alla mano, dai rappresentanti dei Consorzi, i quali hanno inoltre ricordato la necessità di rispettare i disciplinari di produzione, che contraddistinguono i vini d’eccellenza e di alta qualità.

L’appello, rivolto ai singoli agricoltori ma anche alle numerose realtà cooperative e sociali operanti sul territorio, ha sottolineato la dannosità e l’effetto boomerang che può scatenare una gestione sregolata della produzione.

I prossimi passi

Entro il mese di maggio il Consorzio della doc Prosecco ufficializzerà la decisione di mantenere l’attuale potenziale viticolo di 24.450 ettari per 3 ulteriori campagne viticole (decisione supportata dagli attuali andamenti di mercato).

Inoltre, altri possibili temi in discussione all’assemblea dei soci del Consorzio riguarderanno il piano di gestione delle produzioni, il piano di miglioramento della qualità, le proposte di modifica del disciplinare relative all’immissione del prodotto nel mercato (dall’1 gennaio dell’anno successivo alla vendemmia), i dettagli dell’etichettatura (per una maggior chiarezza sul soggetto giuridico inserito in etichetta) e la previsione di una carica massima di 80.000 gemme per ettaro.

 

Articolo di Ilenia Cescon pubblicato su L’Informatore Agrario n. 8/2020