Approvato il 20 febbraio in conferenza Stato-Regioni il tanto atteso Piano mais. Come preannunciato il 31 gennaio scorso dal sottosegretario di Stato delle politiche agricole Giuseppe L’Abbate durante il convegno “Oltre il campo: l’innovazione per far crescere le filiere agricole” organizzato da L’Informatore Agrario e Fieragricola con il supporto di Cereal Docks.
Si tratta di un passaggio fondamentale per una coltura che ha perso circa il 50% della superficie nell’ultimo decennio.
«Il Piano di settore – ha dichiarato L’Abbate in esclusiva a L’Informatore Agrario – ha l’obiettivo di ristabilire un adeguato livello di autoapprovvigionamento secondo tre linee di intervento: orientamento al mercato, aumento della competitività del settore, promozione di efficienti politiche comunitarie».
I contenuti essenziali del Piano – ha proseguito L’Abbate – sono:
- predisporre un contributo per la promozione di mais specialty coltivato nell’ambito di contratti di filiera;
- migliorare le rese produttive ormai in stallo da diversi anni promuovendo un sistema di cofinanziamento pubblico-privato strutturale a favore della ricerca, dell’innovazione e dell’assistenza tecnica;
- fornire elementi di indirizzo per i futuri Piani di sviluppo rurale regionali al fine di concertare una strategia comune per il mais nelle Regioni vocate;
- prevedere un sostegno accoppiato per la coltivazione del mais, come accade già per altre colture, come ad esempio il grano duro, nell’ambito delle possibilità previste dalla prossima pac post 2020;
- progettare un piano di comunicazione per trasmettere l’innovazione alle imprese agricole in ottica di aumento della sostenibilità ambientale, economica e pertanto sociale della coltura.
I contenuti del Piano sono i presupposti necessari a ogni politica volta a ristabilire equilibrio tra le quantità di mais importate e quelle prodotte sul suolo nazionale a supporto dello sviluppo delle filiere delle produzioni a denominazione di origine (formaggi e salumi d.o.).
La speranza ora è che si trovino presto le risorse finanziarie per sostenere il Piano, viatico per stimolare la filiera a raggiungere un accordo sul contratto quadro per il mais, del quale si discute ormai da tempo tra agricoltori, industria mangimistica e stoccatori.