Le abbondanti piogge e le temperature miti di novembre non hanno giovato ai radicchi, che attendono le brinate dell’inverno, fondamentali per la loro bontà.
Nonostante questo ci sono tutte le premesse per una buona stagione, anche se molto dipenderà dal tempo, perché sul campo e in serra, dove è coltivato ancora in minima quantità, il prodotto è di notevole qualità e dai mercati arrivano segnali promettenti. I consumi domestici sono infatti passati da 50.000 tonnellate del 2009 alle 76.000 del 2018, con un aumento del 56%.
Due fatti positivi caratterizzano questo inizio di stagione del radicchio invernale: l’incremento delle produzioni igp, in particolare per radicchio lungo di Treviso e per il variegato di Castelfranco, e le prospettive più vicine del «catasto radicchi», che potrebbe consentire un costante monitoraggio della produzione e una efficace programmazione produttiva in grado di mantenere in equilibrio il mercato, prevenendo sovrapproduzioni e possibili speculazioni.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 45/2019
In attesa del freddo, raccolto dei radicchi al via con fiducia
di A. Squizzato
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