Dopo un’estate difficile, con la frutta italiana penalizzata dall’andamento meteo, da avversità come la cimice asiatica e da prezzi all’origine spesso insoddisfacenti, la stagione autunno-invernale non si è aperta meglio, con le clementine pagate dal consumatore meno di quelle spagnole.
La situazione di impasse in cui versa il settore ortofrutticolo nazionale trova riscontro nei numeri deludenti di una bilancia commerciale che ha girato quest’anno in negativo. Ma dietro ai dati sull’interscambio con l’estero ci sono nodi e criticità mai risolti, carenze organizzative e inefficienze logistiche che hanno assunto, a danno dei produttori italiani, connotazioni anche di carattere strutturale.
«Eravamo la locomotiva dell’ortofrutta in Europa – ha affermato Davide Vernocchi, coordinatore ortofrutticolo dell’Alleanza cooperative agroalimentari – ora stiamo scivolando anno dopo anno e la Spagna esporta volumi quattro volte superiori ai nostri. L’ortofrutta non può essere lasciata sola, altrimenti rischiamo di andare incontro a un triste destino come ha fatto la frutticoltura francese. È tempo di agire. Occorre un impegno in prima persona da parte dei ministri e del Governo italiano».
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 42/2019
Tanti problemi e nessuna soluzione per l’ortofrutta
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