Innovazione, digitalizzazione, sostenibilità sono i tre pilastri su cui si basa la strategia Bayer per affrontare le sfide dell’agricoltura del Terzo Millennio. Tre pilastri che porteranno il gruppo tedesco con sede a Leverkusen, dopo l’acquisizione dell’americana Monsanto, a una nuova dimensione che integra agrofarmaci, genetica e piattaforme digitali.
Di futuro dell’agricoltura e di come Bayer vuole portare il proprio contributo se ne è parlato durante il Future of farming dialogue, l’evento organizzato da Bayer dal 30 settembre al 2 ottobre scorsi presso il quartier generale di Monheim (Germania) e che ha visto coinvolti 150 tra giornalisti, influencer, agricoltori ed esperti provenienti da 40 Paesi.
«Il nostro settore oggi − ha dichiarato Liam Condon membro del consiglio di amministrazione e presidente della divisione Crop Science di Bayer − deve affrontare importanti sfide globali, quali i cambiamenti climatici, con alternanza di eventi estremi che determinano impatti sia sulle persone sia sull’agricoltura, e la crescita della popolazione mondiale (+80 milioni all’anno), che porterà a una crescente richiesta di cibo. Sono pertanto necessarie innovazioni rivoluzionarie in modo che gli agricoltori possano coltivare abbastanza cibo garantendo sicurezza alimentare e preservando le risorse naturali e la biodiversità».
L’impegno nella sostenibilità
Per affrontare queste sfide Bayer vuole partecipare attivamente offrendo soluzioni personalizzate che al contempo siano in linea con i principi della sostenibilità.
A tale riguardo l’impegno dell’azienda tedesca si vorrà concretizzare in una riduzione dell’impatto ambientale della protezione delle colture del 30%, sviluppando nuove tecnologie che aiutino gli agricoltori a ridurre i volumi distribuiti e consentano un’applicazione più precisa, in una riduzione del 30% delle emissioni di gas serra nelle regioni ad agricoltura intensiva e in un più facile accesso a soluzioni agricole sostenibili per 100 milioni di piccoli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo di tutto il mondo.
Ricerca e sviluppo in primo piano
In questo processo un ruolo fondamentale verrà svolto dagli investimenti in ricerca e sviluppo. Il gruppo multinazionale tedesco lo scorso anno ha investito 2,3 miliardi di euro e complessivamente punta a raggiungere i 25 miliardi di euro nei prossimi 10 anni. Circa 7.300 ricercatori stanno attivamente lavorando in oltre 35 siti di ricerca e sviluppo e in più di 175 stazioni di riproduzione per realizzare un pacchetto di innovazione che sarà in grado di offrire nei prossimi anni un potenziale di vendita pari a 30 miliardi di euro (17 miliardi di euro previsti per i soli lanci recenti e a breve termine).
Allo stesso tempo Bayer è impegnata anche nella cosiddetta «innovazione aperta» grazie alle 60 collaborazioni sottoscritte con partner a livello mondiale. Tra queste il recente accordo con la società di ricerca biofarmaceutica Arvinas da cui è nata Oerth Bio, joint venture che avrà l’obiettivo di verificare la possibilità di impiego della degradazione proteica sia in ambito farmaceutico, sia nella protezione delle colture dalle avversità (i primi risultati dovrebbero arrivare in 10-12 anni).
«Siamo molto orgogliosi della nostra pipeline di ricerca e sviluppo − ha dichiarato Bob Reiter, responsabile ricerca e sviluppo della divisione Crop Science di Bayer − con 75 progetti in materia di genetica, protezione delle colture e agricoltura digitale. Con centinaia di nuovi ibridi e varietà commercializzati ogni anno, siamo nella posizione migliore per scoprire, combinare e personalizzare le soluzioni per i coltivatori di tutto il mondo».
Alcuni esempi di innovazione
Molti sono già i risultati frutto dei progetti di ricerca e in grado di offrire un valore aggiunto agli agricoltori. Nel campo della genetica, ad esempio, Bayer ha lanciato in Messico e in Nord America gli ibridi di mais a taglia bassa sviluppati per resistere all’allettamento dovuto ai cambiamenti climatici o le nuove varietà di soia Intacta RR2-Pro in grado di garantire un aumento della produzione e una minore richiesta di risorse.
Nel campo della protezione Bayer ha lanciato un innovativo fungicida per i cereali a base di isoflucypram (IblonTM) mentre continua l’impegno nello sviluppo di prodotti di natura biologica (biosolution) che stanno riscuotendo un crescente interesse come integrazione alla chimica di sintesi.
Un discorso a parte merita il settore degli erbicidi, una delle grandi sfide che Bayer si presta ad affrontare nei prossimi anni. Il gruppo tedesco allo scopo ha deciso di investire nei prossimi anni 5 miliardi di euro nello sviluppo di soluzioni integrate in grado di assicurare la gestione delle malerbe, una delle principali cause della perdita delle rese delle colture. Contemporaneamente verrà mantenuto l’impegno nel processo di rinnovo glifosate che partirà il prossimo anno (l’attuale approvazione scadrà il 15 dicembre 2022).
Strumenti digitali per aumentare la produttività
Terzo e ultimo pilastro fondamentale delle strategie Bayer è rappresentato dalla trasformazione digitale considerata a tutti gli effetti una forza trainante dell’innovazione.
«La digitalizzazione − ci ha spiegato Reiter − sta toccando tutti gli aspetti della vita quotidiana in tutto il mondo. Attraverso gli strumenti digitali possiamo offrire soluzioni su misura per creare valore aggiunto. Soluzioni che si basano su processi decisionali sostenuti dai dati e non solo sull’esperienza».
Un esempio a tal proposito è rappresentato dalla piattaforma Field- View™ disponibile negli Stati Uniti, in Canada, Brasile, Argentina e in 15 Paesi europei tra cui l’Italia. La piattaforma che quest’anno raggiungerà i 90 milioni di acri (circa 36,4 milioni di ettari) consente agli agricoltori di raccogliere e visualizzare facilmente i dati sul campo, analizzare e valutare le performance delle colture e gestire la variabilità dei terreni mediante piani di fertilità e semina personalizzati, per ottimizzare la produttività delle colture.
Altro esempio è rappresentato da FarmRise™ una piattaforma digitale per i piccoli agricoltori che fornisce informazioni agronomiche chiave tramite smartphone per contribuire a migliorare le loro attività.
Articolo di G. Armentano pubblicato su L’Informatore Agrario n. 38/2019