Quasi il 60% dei cereali e delle farine proteiche impiegate per produrre mangimi composti sono importati, con un impatto economico negativo per l’Italia di quasi 3 miliardi di euro. Tra i casi più preoccupanti c’è quello del mais passato dall’autosufficienza di una decina di anni fa a un deficit del 50%.
L’allarme è stato lanciato dall’assemblea dell’Assalzoo, l’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, svoltasi a Roma 19 giugno scorso.
«La sostanziale dipendenza dalle importazioni – ha affermato il presidente dell’Associazione, Marcello Veronesi – espone il settore mangimistico, tra le altre cose, alle fluttuazioni dei mercati e alla difficoltà di impostare politiche industriali di lungo periodo. È un trend, quello della riduzione della produzione agricola italiana, che prosegue da anni e necessita di uno shock per invertire la tendenza. Servono politiche nuove e uno spirito di filiera per rilanciare l’agricoltura».