La legge di bilancio 2019-2021 ha stabilito che anche la frutta avrà il suo catasto: parliamo dell’articolo 1 dove è istituito il Catasto frutticolo nazionale che sarà chiamato a censire le superfici destinate a frutta.
L’obiettivo di questo nuovo strumento è di contribuire alla competitività e allo sviluppo del settore ortofrutticolo nazionale mediante un’efficiente gestione delle informazioni sulle superfici e sulle produzioni frutticole, nonché di favorire un corretto orientamento produttivo al mercato, con conseguente riduzione dei rischi di sovrapproduzione e di volatilità dei prezzi.
I criteri e le modalità di realizzazione del Catasto non sono però ancora noti. Sul tema si è tenuta una riunione del Tavolo ortofrutticolo nazionale il 27 febbraio scorso al Mipaaft, nella quale si sono delineati gli indirizzi operativi per la sua applicazione e ci si è lasciati con l’impegno di avere entro fine marzo un nuovo confronto sullo schema applicativo, ma a tutt’oggi ancora nulla.
I temi ancora aperti restano perciò molti: chi dovrà svolgere il compito di creare questo Catasto? E come dovrà realizzarlo?
La creazione del Catasto frutticolo sarebbe un elemento essenziale per il sistema ortofrutticolo nazionale, anche se non l’unico, ovviamente. Tra l’altro sarebbe necessario costruire uno strumento condiviso con tutti gli areali produttivi dell’unione europea, ma purtroppo da questo orecchio pochi a Bruxelles ci sentono.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 20/2019
Sul Catasto frutticolo dopo gli annunci tutto tace
di A. Dusi
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