Crispr: primo sì in Belgio

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L’Istituto fiammingo per le biotecnologie (Vib) potrà continuare la sperimentazione in campo delle varietà di mais create con la tecnica Crispr per diventare «biosensori» circa l’impatto dello stress ambientale (meteo estremo, anomalie nella radiazione ultravioletta) sul Dna.

Sebbene la varietà allo studio non sia destinata alla commercializzazione e abbia solo finalità di ricerca di base, la sentenza della Corte di Giustizia Ue del luglio 2018 che equipara le piante ingegnerizzate con nuove biotecnologie agli ogm ha costretto il legislatore belga a intervenire per consentire al Vib di proseguire le ricerche in campo iniziate nel 2017 e interrotte a causa della sentenza, prima della quale nessuna autorizzazione era necessaria per questo tipo studi.

Nel dare la notizia, l’Istituto fiammingo per le biotecnologie si dichiara soddisfatto per aver ottenuto il permesso, ma esprime il proprio rammarico perché le piante modificate tramite Crispr da un punto di vista legale sono trattate in modo diverso rispetto a quelle ottenute con tecniche tradizionali, per le quali non è richiesto permesso.

«Esiste un consenso mondiale sul fatto che le colture modificate da Crispr siano almeno altrettanto sicure dei mutanti generati tradizionalmente» ha ricordato Dirk Inzé, direttore scientifico del centro Vib di Gent per la biologia dei sistemi vegetali.