Bemisia tabaci (Gennadius) e Trialeurodes vaporariorum (Westwood), unici aleurodidi viventi sulle solanacee in Europa, attaccano numerose specie coltivate, soprattutto in serra.
Sul pomodoro, adulti e forme giovanili infestano principalmente la pagina inferiore delle foglie, nutrendosi dei succhi cellulari attraverso piccolissime punture praticate nel mesofillo, che provocano ingiallimenti, deperimenti ed eventualmente crescita ridotta del vegetale. L’emissione di abbondante melata favorisce lo sviluppo di fumaggini che imbrattano e deprezzano i frutti, oltre a ridurre l’attività fotosintetica.
B. tabaci è noto vettore del virus dell’accartocciamento fogliare giallo del pomodoro (TYLCV).
Le uova, da poche decine a qualche centinaio per femmina, vengono fissate sulle foglie apicali mediante un breve peduncolo; alla schiusa fuoriesce una neanide mobile a cui seguono altri tre stadi neanidali immobili; l’ultima neanide (di IV età) fungerà poi da involucro (pupario) alla subpupa che, a fine metamorfosi, si trasformerà in adulto. In condizioni ottimali un ciclo si completa in sole 3 settimane e in un anno possono aversi in serra fino a 15 generazioni.
Negli ambienti dell’Italia meridionale lo svernamento ha luogo in tutti gli stadi, più frequentemente da neanide su piante spontanee come la parietaria e l’ortica. In primavera gli adulti passano dal campo aperto alle colture in serra, dove possono moltiplicarsi rapidamente.
Strategie di difesa
Misure di contenimento vanno quindi applicate iniziando alla comparsa dei primi alati, perché la trasmissione dei virus può avvenire anche a opera di pochi individui vettori. Un contenimento adeguato non è facile, sia per l’elevata capacità di proliferazione e il rapido accavallarsi di popolazioni e di diversi stadi di sviluppo, sia per la secrezione cerosa che, assieme alla melata, protegge le forme giovanili.
Misure profilattiche, come la bagnatura delle foglie, soprattutto della pagina inferiore dove l’insetto staziona, l’impiego di reti escludi-insetto nelle strutture protette e l’installazione di trappole cromotropiche gialle per la cattura massale degli adulti, contribuiscono a ridurre la densità delle colonie, ma non sono in grado di contenerne efficacemente le infestazioni. Pertanto l’impiego di insetticidi è quasi sempre inevitabile.
In Campania, lungo la fascia costiera a Nord e a Sud di Napoli, per il contenimento degli aleurodidi su colture protette di solanacee, cucurbitacee e poinsettia, si eseguono fino a 6-7 applicazioni insetticide per ciclo di produzione, con rischio di residui eccessivi sui prodotti e stimolo alla selezione di popolazioni resistenti.
Per ridurre gli effetti selettivi di applicazioni ripetute di una stessa sostanza attiva, occorre aumentare la gamma di insetticidi impiegabili per tipo di coltura e ciò determina la ricerca da parte delle aziende agrofarmaceutiche di nuovi insetticidi, possibilmente meno tossici e di minore impatto ecologico.
Flupyradifurone (Sivanto Prime, Bayer) è un insetticida sistemico e translaminare attivo per ingestione e contatto contro molti insetti ad apparato boccale pungente-succhiante come aleurodidi, cicaline e afidi, registrato su varie colture orticole di serra e pieno campo, tra cui il pomodoro. La sua azione insetticida interessa il sistema nervoso, interagendo a livello del recettore dell’acetilcolina e causando eccitazione permanente delle cellule nervose, seguita da paralisi e conseguente morte degli insetti bersaglio.
L’efficacia insetticida è stata confermata in saggi di campo condotti in Italia e all’estero.
Tratto dall’articolo pubblicato sul Supplemento Difesa delle Colture a L’Informatore Agrario n. 10/2019
Flupyradifurone efficace sugli aleurodidi del pomodoro
di L. Sannino, G. Piccirillo, B. Espinosa
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