Il fatto che la soia si autosufficiente per l’azoto non significa che non abbia bisogno di altri elementi nutritivi. La soia risponde bene in termini produttivi su terreni sub-acidi e anche tendenzialmente poco fertili, ma per ottenere produzioni elevate sono necessarie fertilizzazioni con fosforo e potassio.
La concimazione minerale in terreni poveri determina infatti miglioramenti nella composizione della granella: il fosforo aumenta la percentuale di proteina nel seme mentre il potassio incrementa il contenuto e la qualità dell’olio.
Il fabbisogno in fosforo della soia è relativamente costante per l’intero ciclo vegetativo, ma presenta un picco durante i primi stadi di formazione del seme; nell’ultimo periodo di maturazione il fosforo trasloca infatti dalle parti vegetative al seme.
La soia però assorbe più potassio che fosforo. Il potassio è assorbito durante tutta la stagione di crescita e circa la metà del totale si localizza nei semi. Data la natura molto variabile dei terreni è difficile indicare precise raccomandazioni sulla quantità di fertilizzante da usare ma, in linea di massima, la soia ha bisogno di 100-150 kg/ha di P2O5 e 150-200 kg/ha di K2O.
La soia reagisce bene alle calcitazioni in terreni acidi con pH attorno a 5,5, nei quali altrimenti le piante non sarebbero in grado di utilizzare al meglio il fosforo ed il potassio disponibili. L’aggiunta di correttivi a base di calcio per portare il terreno alla neutralità stimola inoltre la nodulazione ed aumenta il contenuto in proteine dei semi.
Se le piante sono inoculate correttamente con il rizobio nei terreni fertili non è necessaria la concimazione azotata. Moderate concimazioni con azoto sono raccomandate solo in terreni poco fertili per stimolare le piante a crescere rapidamente nei primi stadi di vita.
Il momento critico per il fabbisogno in azoto si verifica poco prima dell’inizio della fioritura e l’aggiunta di azoto in periodi più avanzati non compensa lo stress subito. Qualora si intervenga con l’azoto, il momento migliore per la distribuzione è alla semina o quando emergono le piantine. Come già evidenziato generalmente la fertilizzazione azotata non è necessaria, ma se la nodulazione non è presente risultano utili quantità variabili da 80 a 100 kg/ha di N. Una coltura di soia asporta dal terreno220-240 kg/ha di azoto, considerando l’intera parte epigea con un raccolto di circa 30 q/ha di seme.
Discorso a parte meritano i biostimolanti, sempre più importanti per controbilanciare gli stress biotici ed abiotici causati dal cambiamento climatico, guarda il video per saperne di piu!