La pera è il quarto frutto più consumato in Italia con quasi 400.000 t commercializzate nel 2017, in aumento del 13% rispetto alla media degli ultimi 10 anni.
Quasi il 70% dell’intera produzione Italiana è concentrata in Emilia-Romagna, con una produzione di oltre 500.000 t, in particolare nelle province di Modena, Bologna e Ferrara. La forte interazione tra varietà, ambiente e territorio ha permesso di caratterizzare il prodotto «pera» ottenuto in questo territorio con il marchio igp (indicazione geografica protetta) per le principali varietà coltivate.
L’introduzione di una nuova varietà di pero richiede un’attenta e lunga valutazione nei diversi areali di coltivazione, sia in termini agronomici sia commerciali, in quanto si tratta, come noto, di una specie con una forte vocazionalità ambientale. Molte, ad esempio, sono le varietà originate in areali Nord europei e valutate negativamente nel nostro territorio.
L’innovazione varietale è un elemento di grande importanza per il rinnovamento della frutticoltura moderna, sempre alla ricerca di nuove finestre di mercato che diano maggiore redditività e possano risolvere diverse e importanti problematiche che caratterizzano la filiera produttiva del pero.
In molte specie frutticole l’attività di ricerca e sperimentazione ha permesso di introdurre nuove cultivar che presentano caratteristiche organolettiche e colturali interessanti e più consone alle nuove esigenze del consumatore e del mercato.
Il mondo produttivo sembra comunque interessato alla differenziazione di prodotto attraverso l’introduzione di nuovi genotipi in grado di affiancare le varietà standard. La ricerca pubblica e privata, attraverso i numerosi programmi di breeding mondiali, si sta muovendo per ottenere un avvicendamento varietale in grado di assecondare le preferenze del consumatore.
Si punta sia sulla qualità organolettica dei frutti sia sulle caratteristiche agronomiche della pianta.
In particolare, la ricerca si indirizza sempre più verso una maggiore sostenibilità ambientale, con una particolare attenzione per genotipi adatti alla coltivazione biologica, sia per la gestione della pianta sia per la resistenza ad alcune importanti patologie come il colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora) e la psilla (Cacopsylla pyri).
Requisito fondamentale per l’affermazione di una nuova varietà è la distinguibilità, ad esempio un frutto rosso o bicolore, di elevata qualità organolettica (ad esempio, polpa croccante, succosa e con aroma tipico) e che si presti a un facile consumo in linea con il mutamento delle abitudini alimentari di frutta.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 45/2018
Le cultivar di pero adatte ai nuovi impianti 2019
di V. Ancarani, G. Caracciolo, S. Birri, G. Baruzzi
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