Migliorare lo stato sanitario e ridurre i costi: ecco i segreti

L’allevamento di bovini da latte ha da tempo la necessità di raggiungere una serie di obiettivi, alcuni dei quali legati alle normative in vigore (es. benessere animale, riduzione uso antibiotici), altri invece legati alla necessità di garantire la sostenibilità degli allevamenti (costi sanitari, perdite produttive). I principali obiettivi, indipendentemente dalla loro origine, sono tra loro strettamente collegati.

Uno dei fattori limitanti però è rappresentato dai costi sanitari e in particolare dal costo delle mastiti. Tali costi derivano dalla riduzione delle produzione, dalla riduzione della qualità e dell’efficienza casearia, ma anche dagli effetti sulla fertilità e, non ultimo dal costo dei trattamenti . A dimostrazione di questi costi nella tabella 1 vengono riportati i costi per le mastiti cliniche riscontrare in un’indagine su 125 allevamenti italiani.

L’evidenza di come le cose stiano migliorando solo apparentemente è dimostrata dalla frequenza delle mastiti da batteri contagiosi (Str.agalactiae, S.aureus, Mycoplasma spp) in Lombardia che è stata valutata, nel 2002, mostrando che il 32% di allevamenti aveva latte di massa positivo per questi batteri. Un’analoga indagine svolta nel 2017 ha dato risultati decisamente inattesi, soprattutto per la loro gravità. Infatti, nel 2017 il 55% degli allevamenti considerati è risultato positivo per la presenza di un agente contagioso a livello di latte di massa.

Tabella costo mastiti

 

Purtroppo questa situazione è anche la conseguenza di quello che si sente spesso dire, ovvero che per questi batteri non è possibile fare nulla e che si deve convivere con essi. Nulla di più sbagliato, soprattutto perché il costo di questa indifferenza o, più spesso, dell’incapacità di risolvere tali problemi cade esclusivamente sulle spalle degli allevatori che, illusi dal miglioramento dei livelli produttivi frutto di azioni soprattutto a livello di nutrizione e della genetica, ritengono che il problema sia trascurabile e quindi sia possibile conviverci.

La media produttiva per vacca negli allevamenti risultati negativi per batteri contagiosi nel latte di massa è maggiore rispetto a quella negli allevamenti positivi, con la sola eccezione degli allevamenti positivi per Mycoplasma bovis, che però rappresenta un numero molto piccolo. Al contrario le medie produttive sono decisamente inferiori per gli allevamenti positivi per Str.agalactiae e S.aureus.

Nel primo caso la differenza è pari a 2,6 litri/giorno che, ipotizzando una lattazione standard di 305 giorni, vuol dire perdere quasi 8 quintali di latte per lattazione. Questo valore, al costo del latte in Lombardia al momento della stesura di questo articolo (36,86/q, fonte Clal), vuol dire perdere 293 euro/bovina/lattazione, al netto di premi o altri benefici. L’analoga valutazione fatta per gli allevamenti positivi per S.aureus indica una perdita produttiva pari a 1,9 litri/giorno per un costo vacca pari a 214 euro/bovina.

 

Tratto dall’articolo pubblicato sul Supplemento Stalle da Latte a L’Informatore Agrario n. 03/2019
Migliorare lo stato sanitario e ridurre i costi: ecco i segreti
di A. Zecconi, M. Cipolla
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